A Turi avevano detto che quella sarebbe stata una vita da cani, esposto sempre al freddo e alle intemperie e, quando il sole scotta, al riverbero del pietrisco infocato che brucia gli occhi e incolla la lingua al palato; avevano insistito ché rimanesse tra loro, perché il pane sul mare lo si guadagna comunque e che infine un aiuto, un consiglio, un conforto se lo potevano dar l’un l’altro, venuti insieme su dall’infanzia, con negli occhi stemperato il ceruleo di quel mare limpido e immenso,
dal quale non potevano staccarsi senza un rimpianto nel cuore e un senso di smarrimento nell’animo.
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