Nell'oscurità profonda dell'abisso
un'ombra fosca si aggira silenziosa
e cupa. Stilla. La goccia si frange
opaca sul fondo catramoso e smorto.
Un velo sinistro pervade, nella notte,
l'etere già torvo; un olezzo afoso, di acre
intriso, s'innalza; si spande pesante e gobbo.
Solitudine indistinta, misteriosa e fitta.
Si spegne, nel buio sordo delle tenebre,
la torbida sagoma confusa.
Stride l'orrido baratro; un gemito
penetrante inarca lo spazio denso attorno.
Bieco, cavernoso e grave
s'intrica l'oblio con l'estinzione.
Spettrale, nel tetro scempio,
la morte offusca e inghiotte.
Mesto il corvo inorridito tace.
NonSoloGrigio