Pei pascoli del cielo
mi condurrai per mano
di mia vita cara amata compagna
ché da solo io non so andare; mi sperdo
oppresso dai pensieri
che s’affollano a mille
come i semi del pioppo nel settembre
inoltrato, tra stille di rugiada.
Solo allora camminerò sicuro
e ti racconterò le cento fiabe
che tu ascoltasti già benevolmente
nel trascorrer di vita
quando tutto era fiaba
in un viver sereno.
Ché in lenta dissolvenza le ore tristi
sfumano e sola appare
nei suoi contorni più vivi la vita
che fu breve e fu tanta
come sommersa in un mare di rose
dalle timide spine.
Pei pascoli del cielo
andremo come uccelli
nell’incanto del tempo
che più non tesse il suo filo di seta
più non ci sprona nell’ansia del dopo
che meschini ci rende
ci rende ciechi che vanno a tentoni
alla vana ricerca
di quel filo di Arianna
che solo valga a portarti alla luce.
27.1.1990