Non ci coglie
pensiero smarrito di cose
nuove, l’assurdo ch’è denso
di vero nell’animo.
Declinante ogni anelito
tace, forgia rovente
si spegne come in sogno
l’immagine,
il correre vano per falsi
desideri di là d’ogni
concezione.
Soffermarci è inutile
sull’abisso di un’anima
corrosa da un impeto di palpiti
innaturali
come su cresta d’onda,
impossibile.
Geme il tronco contorto
dai venti che la tempesta
di dentro seconda
e non cede,
non cede di nulla.
E’ fulcro l’immagine
e l’anima è zolla bagnata
di sangue, sazia.
Soffermarci non vale:
nei fondali opachi
s’infanga uno spicchio di cielo
la luce vi penetra
torbida. Che corra
di là d’ogni ostacolo
il pensiero ribelle
e sconvolga.
Fedor Nicolay Smejerlink