Volle te, pallido fiore, al Suo fianco
e ti investì di amore intenso
perché sprigionassi il profumo
racchiuso nell’umile boccio.
Ora mi sembri fatta di cera
e di carne, creatura infinita
plasmata dalla Sua mano divina
per un disegno inconoscibile.
Io sarò curvo dagli anni e tu curva
in preghiera imiterai i miei passi
stanchi quando è sera per noi
della vita; Ma la tua lieta, serena
trascorre e solitudine struggente
è la mia che invoco con la voce
amara del pellegrino che ha sete
le ignote fonti del Vero e lontane
le immagina in un deserto infocato
mentre potrebbe sulle ginocchia
piegarsi e sentirne il murmure
come cosa viva che gli riempia
il petto di gioia e il ciglio di pianto.
Fedor Nicolay Smejerlink