Presso qual proda disgiunta
rovini solitario passeggero
fatto gingillo imprevisto
in un percorso sospetto
che ti porta su terre lontane.
Errante uguale e dissimile nel significato
più vano, con il fiato mozzo, con l’ansia
dentro e la penuria indegna di un volto
arso dal sole in disperata e illusoria
brama di un sogno assurdo.
Terre lontane; terre difficili, a volte avverse.
Ti sei fermato, hai sostato per inumidirti
la gola, per togliere dal volto il fango
seccato dal tempo, per ascoltare parole
amare che il vento porta chiare o indistinte.
e con gli occhi stanchi e fugaci
attendi il gesto di una mano.
di Fedor Nicolay Smejerlink