Mareggia il grano biondo
presso a maturazione;
alla falce della crescente luna
il dorso offre che curva
dal peso oppresso che su lui già incombe.
Nella tua veste verde
eri un fanciullo libero nel sole
che dai colli correvi alle marine
ed al monte salivi
a passi certi e lenti.
Eri gioioso aspetto agli occhi miei,
erano giorni di bellezza eterna
che parea non finire
questa contemplazione.
Ti carezzavo con la fresca mano
di bimbo come dolce si carezza
il volto dolce della donna amata.
Or con rugosa mano
colgo un tuo chicco che stilla di miele
sembra, munta dal favo
ma solidificata.
Sei maturo oramai
non v’è più scampo; alla macina vai
e tornerai alla terra
sotto specie diversa
e ti confonderai con le mie ossa
quando più non avranno
sostegno alcuno dalla carne spenta.
Questa contemplazione
ai verdi anni mi porta
e noi corriamo assieme per il piano
e su e giù dal monte
come amici che vanno alla ventura.
Ora prendiamo riposo,
ora saggezza vuole
che ci sediamo sulla terra nuda
a contemplar lontano
e poi da presso ogni pensiero vano
mentre taciti andiamo alla deriva.