Qual tristezza m’assale
lungi da questa sconfinata terra
dove le mie radici
un giorno ho poste per gioco e profonde
ove ho sognato le alterne stagioni
e i bagliori del cielo
nella notte profonda
dove l’anima incontra
ogni giorno il silenzio e la delizia
della quiete agognata
ove s’ode soltanto
da lungi un dolce belato d’armenti
e un frusciar d’ali pel cielo solcato
da più rapidi voli
dove ascolti le voci
del vento e il concerto delle acque vive
che risuonano a festa
senza alcuna molestia
ove è bello il dormire
e pensare alle mille cose rare
che la mente t’offre sempre a cascate
sia vissute o sognate
dove non c’è dissidio
con nessuna creatura
e l’universo si fa cosa pura
per rispecchiare il volto
del Signore creatore.
Da questi miei confini
non andrò più lontano,
accompagnerò col cuore e le mani
ogni pigra solerzia
ogni palpito che giunge da spazi
infiniti, ov’è un seme di bene.
ove libero ogni uomo
col pensiero s’afferma.
di Fedor Nicolay Smejerlink
21.10.1989