Pizzo, sorella di Venere,
nata dal mare,
la cenere dello Stromboli
non sporca le tue acque
chiare come acqua di fonte
non brucia i fiori dei tuoi mandorli amari
i filari delle viti.
Un profumo tepido di zagare e tigli
t’invade e t’invade il carrubo
di fiori vermigli,
mentre a te piace sognare piantata
nel mare, rupestre.
Il dosso delle tue colline
è giallo di ginestre e le tue grotte
acquestillanti
sono sognanti giardini di quarzo
senz’ombra di sole.
Pizzo, città monolitica, granitica,
ove non ha senso parlare
di politica,
chè si può essere scambiati
per un santone o un volgare imbroglione.
Dove è lecito solo
sognare
in riva alle acque chiare
in attesa che sorga dal mare adamitica
Venere bella
e resti estasiata ti tanta
sorella.
di Fedor Nicolay Smejerlink